Cosimo Cristina 62 anni dopo, fu il primo giornalista vittima di mafia
Un promotore di legalità e un giornalista coraggioso, «senza peli sulla lingua». «Non si è fermato di fronte alle minacce, per questo è stato ucciso». L’Ordine dei giornalisti Sicilia ricorda Cosimo Cristina, giornalista ucciso sessantadue anni fa, il 5 maggio 1960 a Termini Imerese. È il primo giornalista vittima della mafia, l’omicidio tuttavia è rimasto impunito.
«È stato uno dei primi promotori della legalità - lo ha ricordato così la nipote, Natalina Di Fatta - Non si è fermato di fronte alle minacce. È andato avanti nel suo lavoro con coraggio e determinazione anche se questo gli ha causato la morte. Deve essere un esempio per i giovani». Cosimo Cristina aveva 25 anni, era un giornalista «senza peli sulla lingua», come scrisse egli stesso nel primo editoriale di Prospettive siciliane, il periodico da lui fondato per pubblicare le notizie che trovava sull’avanzata della mafia della droga intorno alla sua città, le notizie che non riusciva a pubblicare sui giornali regionali e nazionali con i quali collaborava.
Il giornalista Alfonso Lo Cascio è promotore da anni di iniziative pubbliche per recuperare il ricordo di Cosimo Cristina. «Credo che sia stato ucciso per quello che stava per scrivere - ha raccontato - Non è mai stato accertato dalla giustizia perché e come fu ucciso; anche gli assassini sono ancora ignoti. Lo fecero passare come un suicida, per questo fu sepolto senza funerale. Una spessa coltre di oblio scese sul quel giovane che fu vergognosamente dimenticato. Ci sono voluti decenni perché iniziasse un processo di recupero della memoria di questo ragazzo dal grande entusiasmo che sognava una Sicilia libera dalla mafia».