I sogni e gli incubi dei migranti nella mostra fotografica di Bellina

I sogni e gli incubi dei migranti nella mostra fotografica di Bellina
«Una ricerca fotografica senza precedenti che, da Palermo, ripercorre a ritroso il viaggio fatto dalle donne vittime di tratta fino alla Nigeria, Paese d’origine della maggior parte di loro». È il tema portante di "Oriri", la mostra fotografica che si inaugurerà presso la Fondazione Sant’Elia in via Maqueda 81 a Palermo, sabato 26 giugno alle 17.
«Palermo, il mar Mediterraneo, i templi di sciamani e riti Voodoo, il deserto del Sahel, le case di schiavitù di Benin City sono i luoghi dove i delitti e la speranza di redenzione si alternano in una danza che ha lo stesso ritmo di quella di antichi rituali e dei secolari canti di liberazione - ha spiegato il fotografo Francesco Bellina - “Oriri”, che nella lingua Bini significa “spiriti”, “incubi”, è una storia che è stata realizzata dal 2016 al 2020 grazie al supporto di Comune di Palermo, Fondazione Sant’Elia, Fondazione Sicilia e Arci Porco Rosso».

«Il mio contributo alla selezione delle immagini e alla costruzione del racconto di Oriri - ha detto il curatore Luca Santese - si è costituito partendo dall’ascolto di Francesco che, mostrandomi le sue immagini, è stato capace di farmi penetrare nella storia che intendeva riportare. Dalle pieghe di queste descrizioni sono emersi aspetti che trascendevano la semplice adesione agli eventi e, come in un rito Voodoo o in un viaggio nel deserto verso meta sconosciuta, apparivano a noi ulteriori piani, suggestioni e visioni che insieme abbiamo tentato di evocare in questa mostra».

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, i casi delle vittime di tratta assistite dall’Organizzazione sono approssimativamente di 7 mila ogni anno, con un incremento registrato a partire dal 2016, anno in cui si arriva a 11 mila casi. Sempre l'Oim ha registrato un aumento di quasi il 600% del numero di potenziali vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale che arrivano in Italia attraverso il Mediterraneo. Questo dato è ora in calo, in quanto i nigeriani non rientrano più tra le prime dieci nazionalità di arrivo via terra o via mare dal 2019. Il 90% delle donne migranti che arrivano in Italia dalla Libia però, registrano lividi e segni di violenza. 
Il numero totale delle vittime della tratta di esseri umani al di fuori della Nigeria è in gran parte sconosciuto. Tuttavia, è indiscutibile che la Nigeria è regolarmente annoverata tra i Paesi con il maggior numero di vittime della tratta all'estero (in particolare in Europa), con vittime identificate in almeno 36 paesi.
Il traffico comincia già nelle città natali e si diffonde in ogni Paese straniero, da Cotonou in Benin a Mosca, da Kumasi in Ghana a Göteborg, da Benin City in Nigeria a Palermo.