L'Ordine dei giornalisti Sicilia ricorda Mauro De Mauro
La passione del cronista pagata con la vita. Cinquatre anni fa scompariva a Palermo, in circostanze misteriose, Mauro De Mauro.
Il 16 settembre 1970, il giornalista veniva sequestrato e ucciso da un commando mafioso. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. La sua morte è ancora oggi avvolta nel mistero, legata con ogni probabilità alle sue inchieste sulla mafia e non solo.
De Mauro, cronista de L’Ora, era nato a Foggia nel 1921. Furono diverse, all'epoca, le piste battute da polizia e carabinieri per risalire al contesto in cui maturò il sequestro. Tra le principali seguite dagli inquirenti spiccava quella relativa a notizie esclusive sulla morte del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, che il cronista aveva acquisito dopo un lungo lavoro di ricerca e che si accingeva a raccontare sulle colonne del quotidiano del pomeriggio. Venne tenuta in considerazione anche la pista cosiddetta del “golpe Borghese”.
L'Ordine dei giornalisti Sicilia tiene vivo il ricordo di De Mauro, come dei colleghi uccisi per mano mafiosa, tutti ricordati nella mostra permanente ospitata presso la sede dell'Ordine, in via Bernini a Palermo.
Il 16 settembre 1970, il giornalista veniva sequestrato e ucciso da un commando mafioso. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. La sua morte è ancora oggi avvolta nel mistero, legata con ogni probabilità alle sue inchieste sulla mafia e non solo.
De Mauro, cronista de L’Ora, era nato a Foggia nel 1921. Furono diverse, all'epoca, le piste battute da polizia e carabinieri per risalire al contesto in cui maturò il sequestro. Tra le principali seguite dagli inquirenti spiccava quella relativa a notizie esclusive sulla morte del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, che il cronista aveva acquisito dopo un lungo lavoro di ricerca e che si accingeva a raccontare sulle colonne del quotidiano del pomeriggio. Venne tenuta in considerazione anche la pista cosiddetta del “golpe Borghese”.
L'Ordine dei giornalisti Sicilia tiene vivo il ricordo di De Mauro, come dei colleghi uccisi per mano mafiosa, tutti ricordati nella mostra permanente ospitata presso la sede dell'Ordine, in via Bernini a Palermo.