Ufficio stampa a Cefalù, l'Ordine chiede chiarezza sulle selezioni

Ufficio stampa a Cefalù, l'Ordine chiede chiarezza sulle selezioni
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia chiedono al sindaco di Cefalù di chiarire con urgenza le modalità con cui si è svolta la selezione pubblica per l’assunzione a tempo determinato e parziale di un addetto stampa da inquadrare nell’area funzionari ed EQ.
Secondo quanto si è appreso, 46 candidati sarebbero stati esclusi dalla prova orale, che costituiva la seconda fase della selezione, sulla base della sola valutazione dei curricula; a «insindacabile giudizio del sindaco», poi, sono stati ritenuti non in possesso dei requisiti previsti dal bando. Una procedura concorsuale indetta da un ente pubblico deve però rispettare i principi di imparzialità e di trasparenza amministrativa nei confronti di tutti i partecipanti. Non si comprende, inoltre, la scelta di non istituire una commissione esaminatrice e di riservare la decisione finale al vertice politico-amministrativo dell’ente.
A differenza del portavoce, incarico che riveste carattere fiduciario e può quindi essere scelto direttamente dal capo dell’amministrazione pro tempore a suo insindacabile giudizio (art. 7 Legge 150 del 2000), l’addetto stampa è un organo istituzionale che ha il compito di assicurare una corretta informazione ai cittadini (art. 9 Legge 150 del 2000) e va quindi scelto con procedure amministrative corrette e trasparenti.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia invitano quindi il sindaco di Cefalù a chiarire, in modo da assicurare trasparenza e correttezza della procedura, quali criteri siano stati adottati e per quale motivo i 46 colleghi siano stati esclusi dalla prova orale.