«Uno di noi», l'Ordine ricorda Peppino Impastato

«Uno di noi», l'Ordine ricorda Peppino Impastato

Il tesserino di giornalista lo ha ricevuto solo post mortem, eppure giornalista lo è sempre stato. Soprattutto tramite Radio Aut, Peppino Impastato ha informato e denunciato. Un'attività giornalistica a tutti gli effetti che lo ha reso «uno di noi» e che ha pagato con la vita, perché ha messo alla berlina i mafiosi di Cinisi, Gaetano Badalamenti su tutti. Per questo fu eliminato il 9 maggio 1978.
A distanza di 44 anni il suo esempio rimane vivo. Il consiglio dell'Ordine dei giornalisti Sicilia ricorda Peppino Impastato, così come gli otto uccisi dalla mafia e oggi raccontati attraverso la mostra permanente “Il giornalismo che non muore”, esposta nella sede dell'Ordine in via Bernini a Palermo. Giornalisti morti per mano mafiosa perché cercavano e raccontavano la verità.

Nella foto il tesserino da giornalista di Peppino Impastato esposto nella casa museo di Cinisi