Ventun anni dopo, il ricordo di Maria Grazia Cutuli

Ventun anni dopo, il ricordo di Maria Grazia Cutuli
Sono passati 21 anni dall'omicidio di Maria Grazia Cutuli e i talebani tengono ancora sotto scacco l'Afgranistan, imponendo le loro leggi col terrore e la violenza. Il 19 novembre del 2001 l'inviata del Corriere della Sera viaggiava con alcuni colleghi sulla strada che collega Jalalabad e Kabul. Era lì per raccontare la disfatta dei talebani, ma la sua auto venne affiancata da otto uomini armati di kalashnikov che poserò fine alle sue inchieste e alla sua vita.

Maria Grazia Cutuli era nata a Catania, dove aveva mosso i primi passi come giornalista, percorrendo la difficile strada del precariato, prima di giungere a Milano. Come inviata del Corriere della Sera era partita verso il Medio Oriente all’indomani degli attentati alle Torri Gemelle. Il 19 novembre 2001 fu barbaramente uccisa in Afghanistan assieme ad altri tre giornalisti: l’australiano Harry Burton, l’afghano Azizullah Haidari, entrambi corrispondenti Reuters, e lo spagnolo Julio Fuentes, giornalista del Mundo.
Negli anni le indagini hanno cercato, faticosamente, di arrivare a una verità per individuare gli autori dell’agguato. Il 29 novembre del 2017 la Corte d’assise ha condannato due cittadini afghani ritenuti appartenenti al commando di killer: Mamur e Zar Jan, entrambi di etnia Pashtun. Ventiquattro anni di reclusione la pena inflitta per i due imputati all’epoca detenuti in patria dove, per l’agguato, stavano scontando rispettivamente 16 e 18 anni di reclusione.
La Corte d’assise ha inflitto ai due imputati, che ascoltarono il verdetto tramite collegamento in videoconferenza, anche il risarcimento danni ai familiari della giornalista e alla Rcs. Per i due imputati, a distanza di un anno, la sentenza venne confermata anche in appello.